Cenni storici

Bacino ex Agro Mantovano-Reggiano

Stabilimento AMR 300La storia del territorio mantovano e reggiano posto in destra del fiume Po ed in sinistra Secchia è da sempre caratterizzata soprattutto dalla lotta e da opere per la regolazione delle acque per garantire, a tali territori, la sicurezza idraulica ed una difesa dai suddetti fiumi.
La bonifica quindi di tali terreni si snoda per diversi e svariati secoli per approdare negli ultimi decenni del XIX secolo, anche sulla base delle leggi che in tale periodo si susseguivano, alla redazione da parte dei privati, riuniti in Consorzio, di un progetto generale di sistemazione idraulica del territorio.
Con Regio Decreto 11/10/1885 la Bonifica dell’Agro Mantovano-Reggiano venne classificata di Ia categoria. Espletata tutta la parte burocratica e completata la stesura del progetto, con Regio Decreto 08/09/1889 si costituì il Consorzio Speciale della Bonifica dell’Agro Mantovano-Reggiano che avviò la procedura per l’ottenimento del decreto di concessione delle opere che venne promulgato il 28/02/1897.
Dovendosi eseguire le opere, il Consorzio speciale cedette la gestione amministrativa al Comitato Esecutivo dei lavori di Bonifica dell’Agro Mantovano-Reggiano che procedette quindi a tutti gli adempimenti per l’esecuzione delle medesime ed alla loro effettiva realizzazione.
La conclusione delle opere, per la costruzione della bonifica, può essere fatta coincidere con il Decreto Ministeriale 10/06/1907 di ratifica del collaudo delle stesse.
A questo punto, le opere sono passate in manutenzione e con D.M. 30/11/1909 n° 2830/5173 Div. 9° viene costituito il Consorzio per la manutenzione delle stesse e quindi il Consorzio di Bonifica dell’Agro Mantovano-Reggiano.
Successivamente il Consorzio viene riordinato dalla Regione Lombardia con L.R. n° 59 del 26/11/1984 e successive intese con la Regione Emilia-Romagna in base alle rispettive deliberazioni n° 50074 del 22/12/1989 e n° 2150 del 26/07/1988.

Bacino ex Revere

Stabilimento Revere 300Le prime opere di scolo nel Comprensorio Reverese furono iniziate verso il 1200 dai Benedettini dell’Abbazia di San Benedetto in Polirone che vi possedevano gran parte dei loro beni.
Disciolte nell’anno 1785 le tre Digagne di Quistello, Revere e Sermide, dopo quasi un secolo di amministrazione camerale “sulle acque e sugli scoli” vennero costituiti, nell’anno 1877, i Consorzi idraulici di Revere e di Sermide, il primo comprendente le Digagne di Quistello e Revere ed il secondo quella di Sermide.
Il comprensorio del Consorzio idraulico di Revere era diviso, nei riguardi dello scolo, in quarantuno bacini, aventi ognuno una rete speciale di canali il cui colatore principale, nominato Dugale, salvo pochi casi, si scaricava a mezzo chiavica direttamente nel collettore principale Fossalta Superiore, canale avente origine al ponte Castigliona Vecchia, presso Quistello e termine nella località Stoppo ove avevano principio il Cavo Diversivo e Fossalta Inferiore.
Anteriormente alla esecuzione della Bonifica di Burana, il collettore principale Fossalta Superiore giunto alla località Stoppo immetteva le proprie acque nel Cavo Diversivo che la convogliava nel Fiume Po alla Chiavica di Moglia di Sermide, allorquando però il pelo d’acqua di Fossalta Superiore allo Stoppo si elevava oltre la quota di m. 9,60 (quota corrispondente alla cresta dello sfioratore esistente in detta località), le acque si scaricavano anche con detto sfioratore in Fossalta Inferiore che, a sua volta, le portava in Po più in basso cioè alla Chiavica Quatrelle.
In seguito all’attuazione della Bonifica di Burana, le acque reveresi immesse in Fossalta Inferiore non si scaricavano più in Po alla Chiavica Quatrelle, ma bensì alle Chiaviche Pilastresi, attraverso un tronco di canale nuovo, detto Diversivo di Fossalta Inferiore.
Una ulteriore modificazione allo scarico delle acque del Consorzio Idraulico di Revere venne introdotta con la attuazione della Bonifica dell’Agro Mantovano Reggiano, venne eliminato cioè lo scarico in Po alla Chiavica di Moglia di Sermide e sostituito con quello nell’emissario di detta Bonifica, nel punto dove lo stesso emissario interseca il Diversivo di Fossalta Superiore e, precisamente, nella località Stoppo cosicché le acque del Consorzio idraulico di Revere potevano scaricarsi tanto nel Canale emissario della Bonifica Mantovana - Reggiana, quanto in Fossalta Inferiore colla Chiavica Stoppo.
Il primo scarico era subordinato alle condizioni del pelo d’acqua dell’emissario della Bonifica Mantovana - Reggiana che a sua volta è regolata dal pelo d’acqua del Po a Moglia di Sermide ed è attivo finché questo pelo lo permette. Il secondo scarico è regolato dall’intensità della piena nei cavi di Burana.
Il pelo d’acqua di Po alla Chiavica della Bonifica Mantovana - Reggiana varia fra la quota di m. 7,00 corrispondente a magra, e la quota 16,35; normalmente è superiore alla quota di m. 9,00 pertanto le acque del Consorzio di Revere (a quote inferiori) non si sono mai scaricate né possono scaricarsi nell’emissario della Bonifica Mantovana - Reggiana.
Il secondo scarico invece indipendente dalla piena di Po, era subordinato alla piena dei cavi della Bonifica di Burana, prodotta dalla pioggia caduta nel suo bacino. Questo secondo scarico attivo e sufficiente in tempi normali, risultava deficiente nei periodi di piogge forti a causa degli stessi regimi di pioggia e piene, per cui i colatori di Burana non potevano scaricare le due piene insieme.
Per risolvere il problema della continuità di scolo delle acque, sempre subordinate alle piene di Burana, il Consorzio idraulico di Revere, ottenuta con Legge 20 giugno 1912 n° 712 l'iscrizione del proprio territorio fra i comprensori di bonifica, convocò l’Assemblea generale dei Consorziati che, con provvedimento 26 luglio 1912, deliberò di assumere le funzioni di Consorzio speciale di Bonifica per l'esecuzione delle opere idrauliche necessarie alla bonificazione del territorio consorziale.
Venne affidato l'incarico di studiare il deflusso delle acque di scolo, all’Ing. Villoresi che propose due soluzioni alternative, la prima prevedeva la costruzione di uno stabilimento Idrovoro alle Chiaviche Pilastresi servendosi di Fossalta Inferiore che sarebbe diventata l’unico emissario della Bonifica Reverese, la seconda prevedeva di costruire un nuovo Diversivo che si staccasse da Fossalta Inferiore a valle del Ponte Vallazza e, col tracciato quasi parallelo all’ultimo tronco dell’emissario della Bonifica Mantovana - Reggiana, scaricasse le acque attraverso un nuovo Stabilimento Idrovoro con Chiavica emissaria a Po indipendente ed a valle di quella della Bonifica Mantovana Reggiana.
Con D.M. 17 dicembre 1919 n° 6113/Div. X, in base alla legge 22/3/1900 e relativo Regolamento 8 maggio 1904 n° 368, venne costituito il “Consorzio di esecuzione della Bonifica di Revere” scegliendo la seconda soluzione tra quelle proposte.
Compiute, liquidate e collaudate le opere principali di scolo come risulta dal D.M. 5 luglio 1927 n° 4257/XIV, a seguito del D.M. 18 luglio 1927 n° 5380/XIV il comprensorio della Bonifica veniva ampliato a comprendere l’intero comprensorio del Consorzio di Scolo Dugale Bonizzo ed il “Consorzio di esecuzione della Bonifica di Revere”, assunta la manutenzione delle opere di compendio della bonifica, in base alle norme di cui al T.U. approvato con R.D. 13 febbraio 1933 n° 215 assunse la qualifica e la denominazione di “Consorzio della Bonifica di Revere” con sede in Revere (Mantova).
Con R.D. 17 giugno 1943 registrato alla Corte dei Conti il 1° settembre 1943 al reg. 15 fl. 54 venne approvata la rettifica di perimetro fra i Consorzi di Revere e di Burana.
Con D.M. 31 dicembre 1951 ai nn.ri 2047/2955/2911, registrato alla Corte dei Conti l’11 febbraio 1952 al reg. 3° fl. 232, fu concessa al Consorzio l’esecuzione delle opere per l'irrigazione dell’intero comprensorio con l'approvazione del progetto di massima 20/2/1947; i relativi lavori hanno avuto inizio il 3/12/1953 con la costruzione della Botte sotto il fiume Secchia.
Con successivo D.M. 10/5/1942 n° 93/Div. VIII° fu approvato il progetto in data 31/5/1960 di variante al suddetto progetto di massima, che prevedeva, quale obiettivo finale, di dotare ogni proprietà consorziata di almeno un punto di attingimento.

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